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nuovi e più difficili itinerari. Enzo Cozzolino, allora studente, fu protago-
nista assoluto: realizzò numerose vie nuove di difficoltà estrema sulle
Alpi, dove fu il primo a raggiungere il settimo grado; talento naturale,
aveva capito la necessità di sottoporsi a durissimi e costanti allena-
menti e amava soprattutto la Val Rosandra, ma la Valle per lui non
era più il luogo dove confrontarsi goliardicamente con gli amici. Enzo
era sostanzialmente un solitario. Morì nel 1972, cadendo dalla Torre
di Babele, sul Civetta, ma la sua eredità non andò perduta soprattut-
to grazie alla sua compagna, Tiziana Weiss, validissima alpinista, molto
conosciuta anche al di fuori della città, che aveva fatto dell’alpinismo e
della natura una sua ragione di vita ed aveva compreso l’utilità del con-
fronto: Tiziana promuoveva incontri tra alpinisti di diverse provenienze,
incoraggiando i ragazzi più giovani a condividere il proprio talento e le
proprie idee.
Sergio Benedetti fu tra i primi ad aprire a collaborazioni esterne al
gruppo triestino e nel 1981, assieme a Silich ed al fortissimo sloveno
France Knez, già noto allora ed in seguito divenuto uno dei protagonisti
indiscussi dell’alpinismo sloveno, tracciò, sulla grande parete di Ospo,
appena la di là del confine, l’Internazionale, uno degli itinerari più belli e
difficili del territorio. Ospo del resto era frequentata da tempo dai trie-
stini Luciano Cergol e Roberto Giberna e lo fu in seguito da Giampiero
Furlan, Paolo Pezzolato, Roberto Valenti, Daniele Crosato. Finalmente i
confini, anche mentali, diventavano permeabili.
Di conseguenza la Val Rosandra, ma soprattutto le difficili pareti della
Napoleonica, le falesie della Costiera e quelle di Duino, iniziarono ad es-
sere frequentate con regolarità da rocciatori provenienti da oltre confi-
ne, attirati dalla comodità degli accessi e dallo spettacolo grandioso del
mare sotto le rocce.
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