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di fuori della tradizionale area di insediamento delle istituzioni comu-
nitarie, che si accentravano nella zona dell’ex ghetto, situata a ridosso
di Piazza dell’Unità d’Italia e di via del Monte, quest’ultima sede oggi
delle scuole ebraiche e del Museo della comunità ebraica “Carlo e Vera
Wagner”.
Contestualmente fu indetto anche il concorso internazionale per il pro-
getto, al quale parteciparono 42 professionisti, in gran parte provenienti
dall’Europa centro-orientale, in prevalenza dall’Italia, ma anche da Vien-
na e Budapest. Il concorso, le cui realizzazioni progettuali furono visibili
a tutta la cittadinanza, proprio perché si voleva costruire un’opera che
divenisse parte del patrimonio della città, non fu vinto da nessuno, ma
l’incarico su indicazione di un’apposita commissione fu dato a due ar-
chitetti di Budapest: Emil Adler e Franz Matouschek, ai quali però la
comunità chiese dei cambiamenti al progetto originario, denominato
“Patria”.
L’accordo non andò in porto, e il contratto con i due architetti ungheresi
fu rescisso. A questo punto entrò in scena Ruggero Berlam, al quale la
comunità affidò la costruzione del Tempio. Nel 1906 Berlam assieme al
figlio Arduino progettò il nuovo Tempio, e nel gennaio del 1907 i due pre-
sentavano i primi risultati con un preventivo dei costi che la comunità
dovette suo malgrado ridimensionare. Partirono così i lavori di costru-
zione dell’edificio e la posa della prima pietra fu solennemente festeg-
giata il 21 giugno 1908. Grazie agli sforzi di una dirigenza comunitaria
infaticabile, il nuovo Tempio Maggiore, maestoso e imponente nel suo
stile siriaco e nelle sue dimensioni, fu inaugurato davanti a tutta la città
nel giugno del 1912, mentre la cerimonia fu accompagnata dalla musica
dell’organo, che ancora oggi fa bella mostra di sé nella Sinagoga. L’aula
centrale è solenne e ariosa, ornata da eleganti lampadari e da fasce
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