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C’è un luogo nei nostri cuori
chiamato strada della memoria:
i cimiteri acattolici
di Mauro Vivian
Se ovunque vale la regola che passeggiando in un cimitero e leggendo
le epigrafi, le date, i cognomi riportati sulle lapidi e sui monumenti si
può riuscire a capire molto di una città e della sua storia, ciò è ancor
più vero a Trieste dove, accanto al cimitero cattolico di Sant’Anna, sono
presenti quelli delle altre confessioni religiose: la zona si trova un po’
in periferia, ma vale la pena visitarla ed è facilmente raggiungibile con i
mezzi pubblici.
Percorrendo la via laterale del cimitero cattolico, via della Pace, ci si ri-
trova tra due file di muri, da cui spuntano le cime dei cipressi, interrotte
solo da quattro cancelli che conducono in altrettanti mondi silenziosi: si
tratta dei cimiteri serbo, greco, ebraico e dell’ex-cimitero militare; all’an-
golo, all’inizio della strada, si trova l’ingresso dei cimiteri evangelico e
anglicano, mentre alla fine della via una breve discesa conduce al cimi-
tero musulmano.
Il cimitero serbo
è il primo in cui ci si imbatte: un frontone con una scrit-
ta in cirillico sormonta il cancello; il vialetto d’ingresso bordato di alberi
e cespugli di rose conduce alla cappella dedicata a San Giorgio marti-
re col suo piccolo portico.Tra le molte croci in pietra si notano alcune
tombe sulle quali sono raffigurate delle ancore che rivelano la vocazio-
ne marinara, oltre che commerciale, delle genti slave giunte a Trieste:
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