|61
accanto ad esso, un pozzo da cui attingere l’acqua per il lavaggio rituale
dei defunti.
Le tombe più antiche, meritevoli di attenzione, si trovano nella parte
posteriore del cimitero, a ridosso del muro di cinta. Tre lapidi anonime
con grandi spadoni incisi ci suggeriscono la presenza di militari, ma i
gioielli di questo luogo sono tre steli del XIX secolo sormontate da tur-
banti; su ciascuna di esse le figure incise, le iscrizioni turche in caratteri
arabi e le tipologie di turbante hanno svelato non solo l’identità dei loro
occupanti ma anche il loro status sociale: la prima di esse, del 1845-
1846 (l’anno riportato su queste tombe è quello dell’egira e si colloca a
cavallo tra due anni dell’era cristiana), è sormontata da un turbante in
cui è scolpita una rosa, il che fa supporre che si tratti di un affiliato a una
confraternita sufi: si sa inoltre che proveniva da Ulcinj, città costiera del
Montenegro; la seconda è datata 1862-1863 e vi è sepolto il comandan-
te di una nave; la terza lapide, con uno spadone inciso a lato, risale al
1874-1875 e appartiene a un militare bosniaco che aveva effettuato il
pellegrinaggio alla Mecca: su tutte, l’invito a recitare una fatiha (la prima
sura del Corano) per lo spirito del defunto.
Nella stessa zona, vi sono sette lapidi risalenti al periodo della prima
guerra mondiale: alcune sono pressoché interamente coperte da liche-
ni e, pertanto, impossibili da decifrare, ma tre di esse sono leggibili e
riservano una sorpresa: le scritte in tedesco rivelano i nomi di due sol-
dati bosniaci caduti nel 1917 mentre nell’altra tomba, risalente al 1918,
riposa un prigioniero di guerra tartaro dell’esercito russo detenuto in un
campo di prigionia in Boemia. Al tempo della prima guerra mondiale, sia
Trieste che la Bosnia facevano parte dell’impero asburgico: triestini e
musulmani bosniaci erano dunque commilitoni, per cui non vi è nulla di
strano nel fatto che i due soldati siano sepolti in questa città.
1...,53,54,55,56,57,58,59,60,61,62 64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,...116