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molto simile a quello serbo: entrambi risalgono allo stesso anno, il 1829;
anche qui, il vialetto d’ingresso conduce a un’elegante cappella bianca
con all’ingresso un piccolo portico con quattro colonne doriche. Su mol-
te tombe le iscrizioni svelano i luoghi di provenienza: il Peloponneso,
Smirne ma anche l’Epiro, Mitilene, Salonicco e la Macedonia.
In questo cimitero, ovviamente accanto a tante sepolture modeste, tro-
viamo molti cognomi legati a importanti palazzi del centro, come Car-
ciotti (Kartsiotis), Economo (Oikonomou) e Galati, oppure a eleganti ville,
come Haggiconsta; o cognomi di personaggi eminenti come Xydias, o
Cumano, medico e filantropo, cui sono intitolate vie cittadine: o ancora,
la tomba della famiglia Sofianopoulo, conosciutissima a Trieste, tra i cui
componenti si annoverano ancor oggi pittori e direttori d’orchestra; e
forse ancor più che nel cimitero serbo abbondano le tombe imponenti,
quali quelle della famiglia Afendoùli o del barone Ralli, originario di Chios,
o ancora la particolare tomba della famiglia Xydias.
Basta fare pochi passi per uscire dal cancello, attraversare la strada ed
entrare in un luogo altrettanto affascinante: si tratta del
cimitero ebrai-
co
, che risale al 1843.
Un cartello sul cancello invita ad usare la kippah; appena entrati, a de-
stra, si trova l’ossario che raccoglie le spoglie provenienti dall’antico ci-
mitero, un tempo situato nei pressi dell’attuale via del Monte, una ripida
stradina che sale dal corso Italia al castello di San Giusto.
Subito si resta stupiti da una splendida tomba di famiglia: un vero e pro-
prio chiostro in stile moresco, all’interno del quale si trovano i sepolcri
dei baroni Morpurgo, che si distinsero nel campo dell’imprenditoria e
della diplomazia: Giuseppe Lazzaro Morpurgo fu il fondatore delle As-
sicurazioni Generali; purtroppo, lo splendido sacello è in evidente stato
di degrado. Accanto ad esso, altre due importanti tombe: una, in stile
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