30|
Solo in seguito a tale decisivo provvedimento, pertanto, anche le prime
comunità protestanti presenti a Trieste poterono avviare le loro attività
in pubblico e possedere le loro prime chiese.
Esse sono ancora oggi le principali, anche se non le sole, testimonian-
ze di una vicenda storica che affonda le sue radici proprio nel clima di
apertura e di tolleranza che la cultura illuminista ed il riformismo asbur-
gico – qui impersonati soprattutto dal giuseppismo e dalla intrapren-
dente politica di un governatore della statura di Karl von Zinzendorf
– diffusero a Trieste, contribuendo anche, con le nuova visione che essi
introdussero sul piano della politica religiosa, a porre le premesse per
favorire ulteriormente il rapido sviluppo emporiale della città nel secolo
successivo.
La chiesa luterana di largo Panfili
La comunità luterana di Trieste, formata inizialmente soprattutto da im-
prenditori commerciali e loro dipendenti, provenienti da Kempten, Norim-
berga, Augusta ed altre città tedesche, si costituì ufficialmente nel 1778,
ad oltre mezzo secolo di distanza dal trasferimento in città delle prime
famiglie evangeliche. A consentire la nascita ufficiale della congregazione
era stata la concessione pochi mesi prima agli stessi luterani di tenere il
loro culto in forma privata, mentre già dal 1753 era stato loro consentito
l’acquisto di un terreno in città da adibire a cimitero. La neo costituita
comunità poté dotarsi di un primo edificio per il culto nel 1786, grazie
all’acquisto della chiesa della Beata Vergine del Rosario, edificio barocco
edificato nella prima metà del ‘600, che figurava allora tra le chiese chiuse
in seguito alla soppressione di molti ordini religiosi e delle confraternite
avviata dalle riforme di Giuseppe II. Essa fu dedicata alla Santissima Tri-
nità e funse da luogo di culto dal 1786 al 1871.
1...,22,23,24,25,26,27,28,29,30,31 33,34,35,36,37,38,39,40,41,42,...116